Ri-disegnare prodotti sostenibili
Scritto il: Gennaio 17, 2023
Geschrieben am: Gennaio 17, 2023
Scritto da: Monica Margoni
Autor*in: Monica Margoni

Il modello Cradle to Cradle® si ispira alla logica della natura per ripensare prodotti e servizi

L’obiettivo non è solo quello di minimizzare gli impatti negativi, ma di lasciare un’impronta positiva. Questo si traduce in prodotti, processi, edifici e città che sono sicuri per le persone, sani per l’ambiente e di successo per il business.

In 150 anni, il mondo ha perso la superficie totale degli Stati Uniti e della Cina come terreno agricolo, attraverso l’erosione del suolo, le infrastrutture e un’agricoltura che distrugge sistematicamente il suolo. Occorre un’agricoltura che ricostruisca i suoli, non solo che li distrugga un po’ meno.

L’obiettivo di 1,5 gradi o l’obiettivo della neutralità climatica non salveranno l’umanità. Occorrono nuove strategie contro il cambiamento climatico per la reversibilità dell’anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera. Occorre agire per recuperarli attivamente. L’obiettivo deve essere quello di tornare nel 2100 al livello di CO2 nell’atmosfera che c’era nel 1900. La chimica del futuro non dovrebbe essere meno dannosa, ma utile, per esempio purificando l’aria o l’acqua o utilizzando la CO2 dell’atmosfera come materia prima. 

Un cambio di paradigma, quindi, ed è da qui che nascono nuovi approcci, come Cradle to Cradle®. 

“Dalla culla alla culla”: l’immagine rende l’idea e cioè quella della circolazione potenzialmente infinita dei materiali e delle sostanze nutritive nel loro ciclo di utilizzo. Tutte le sostanze nutritive sono chimicamente innocue e riciclabili. I rifiuti nel senso odierno, creati in base al vecchio modello “prendere-fare-buttare”, non esistono più, ma solo sostanze nutritive utilizzabili.

Alla base dell’approccio Cradle to Cradle® c’è la logica della natura: l’obiettivo non è solo quello di minimizzare gli impatti negativi, ma di lasciare un’impronta positiva. Questo si traduce in prodotti, processi, edifici e città che sono sicuri per le persone, sani per l’ambiente e di successo per il business. Un modello sviluppato negli anni ’90 da Michael Braungart, William McDonough e dall’EPEA-Environmental Protection Encouragement Agency di Amburgo, come sinonimo di innovazione, qualità e buon design. 

Il credo di Braungart, chimico e ingegnere di processo, è quello di un mondo senza rifiuti. Sia presso Greenpeace, EPEA, l’Istituto Ambientale di Amburgo o varie università – ha sempre sviluppato soluzioni concrete a complessi problemi ambientali. Nel documentario “Changemaker”, trasmesso nel 2016, viene raccontata la sua storia. 

Ci sono due cicli: quello biologico e quello tecnico. Nel ciclo biologico le fibre naturali, i detergenti o gli imballaggi biodegradabili ritornano in circolo e vengono in qualche modo restituiti dopo il loro utilizzo. Diventano compost o altre sostanze da cui si creano nuovi prodotti. I rifiuti di un vecchio prodotto diventano così “cibo” per un nuovo prodotto. Nel ciclo tecnico i beni di consumo, come gli articoli elettronici o i materiali per pavimenti, sono sottoposti ad un’ottimizzazione nel processo di progettazione e produzione come risorse per una fase successiva di impiego. Dopo il loro utilizzo, i materiali possono essere scomposti in materie prime e inserite in un ciclo tecnico. 

Eco-efficacia invece di efficienza: solitamente le aziende fanno tutto il possibile per ridurre il loro impatto ambientale (impronta ecologica) nel modo più efficiente possibile – puntano a una strategia a “zero emissioni”. Non si tratta di essere meno impattanti, ma di fissare obiettivi positivi. Un modello di business eco-efficace ha come obiettivo un valore aggiunto qualitativo. 

In natura, i processi di tutti gli organismi coinvolti in un sistema vivente contribuiscono alla salute dell’insieme. I fiori di un albero, per esempio, cadono sulla terra dove vengono scomposti per diventare cibo per altri organismi. Il design di prodotto può utilizzare in modo favorevole e produttivo l’energia naturale del sole. L’energia eolica, l’energia idroelettrica e l’uso della biomassa rappresentano altre fonti di energia altrettanto interessanti.

I sistemi naturali funzionano e prosperano sulla complessità, quindi la natura supporta una diversità quasi infinita, rendendo i sistemi flessibili e resilienti allo stesso tempo. Trasferendo questo al nostro sistema economico e di valori, si promuove la diversità culturale, sociale e concettuale e si prediligono soluzioni regionali.

Anche il concetto di Economia Circolare si basa sui principi di Cradle to Cradle® e mira a progettare sistemi economici in modo che siano compatibili con la natura. Così facendo si minimizzano gli impatti ambientali negativi attraverso la trasformazione qualitativa e il circuito chiuso del ciclo dei materiali. Gli approcci dell’economia circolare possono avere effetto nelle varie fasi del ciclo di vita di un prodotto: la selezione dei materiali e il design dovrebbero poter garantire la durabilità, il ritrattamento e le possibilità di riparazione o di biodegradabilità. La fase di utilizzo dovrebbe essere intensificata ed estesa.

Questo potrebbe essere fatto, per esempio, condividendo prodotti tecnici attraverso servizi digitali e quindi utilizzandoli molto meglio o sostituendoli completamente con servizi digitali. A fine vita, i vari materiali riciclabili dovrebbero essere separati il più possibile attraverso la selezione e il disassemblaggio e lavorati materialmente per il riutilizzo. Il quadro risultante, il cosiddetto “diagramma a farfalla”, è spesso citato come quadro centrale per l’economia circolare.

L’obiettivo è quello di stabilire i principi di progettazione Cradle to Cradle® per l’economia circolare in tutti i settori industriali come il tessile, l’imballaggio, l’automotive, l’edilizia, i beni di consumo e i cosmetici. La conoscenza dei materiali costituisce la base per ottimizzare i prodotti dal livello molecolare a quello modulare. Questo è interessante non solo da un punto di vista ecologico ma anche economico per gli attori dei diversi settori. Così, le strategie commerciali future si allontanano dal pensiero classico e lineare della produzione e del consumo verso un ciclo chiuso delle risorse. 

E’ possibile anche certificare i propri prodotti e progettarli in modo intelligente e rispettoso dell’ambiente. D’altra parte, la certificazione aiuta i clienti a richiedere e acquistare prodotti che soddisfano un ampio standard di qualità e di eccellenza. Si certificano materiali sicuri per l’ambiente, sani e riciclabili (riciclaggio tecnico o compostaggio). Lo standard di prodotto Cradle to Cradle Certified™ prevede che i materiali dei prodotti e i processi di fabbricazione siano valutati in cinque categorie: salute materiale delle risorse utilizzate, riciclabilità del prodotto nel ciclo tecnico o biologico, uso di energie rinnovabili, gestione responsabile dell’acqua, rispetto delle norme sociali. 

(liberamente tradotto dall’articolo in tedesco “Cradle to Cradle”, https://epea.com/ueber-uns/cradle-to-cradle)

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